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Sito truffa

Siti Web: smetti di ingannare i tuoi Clienti e inizia a vendere di più!

I trucchi psicologici che distruggono la fiducia e come la trasparenza ti farà raddoppiare le conversioni.

Per smontare i miti del marketing aggressivo e parlare di come fare le cose per bene, vorrei affrontare un argomento che mi sta particolarmente a cuore: i "dark pattern" (pattern oscuri), ovvero quelle astuzie di design che il tuo cervello percepisce come scorrette e che minano alla base la fiducia che stai cercando di costruire con il tuo Cliente.

Non fraintendermi, la psicologia nel design è fondamentale. Ma c'è una bella differenza tra guidare il Cliente verso la soluzione migliore per lui e manipolarlo per fargli fare ciò che vuoi tu. E ti assicuro che il Cliente non è stupido: se si sente imbrogliato, non solo non comprerà ma si ricorderà di te per evitarti in futuro. E questo è un danno ben più grande di una mancata conversione.

Sei pronto a scoprire quali sono questi "trucchetti" da evitare per costruire una relazione duratura basata sulla trasparenza?

Ecco l'elenco dei paragrafi:

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Introduzione: La linea sottile tra persuasione e manipolazione

Ti è mai capitato di sentirti spinto a comprare qualcosa che non volevi? O di fare click su un pulsante che ti ha portato in tutt'altra direzione? Ecco, in quel momento hai sperimentato la differenza tra persuasione e manipolazione.

Come Web Designer o marketer, fa parte del lavoro è usare la psicologia per guidare l'utente. E la psicologia non è un male, anzi!

  • La persuasione è quando usi la chiarezza, la logica e i benefici reali per convincere il lettore a compiere un'azione, che è nel suo miglior interesse. È come un bravo commesso che ti aiuta a trovare l'abito perfetto, mettendone in luce i pregi.
  • La manipolazione, invece, è quando usi le paure, l'inganno o l'ambiguità per costringere l'utente a fare qualcosa che avvantaggia solo te, spesso a sua insaputa o contro la sua volontà. È come il commesso che ti nasconde un difetto o ti mente sul prezzo.

La differenza è una questione di intento e di trasparenza. Il mio obiettivo in questo articolo è farti capire che, sul web, essere onesti non è solo un dovere etico, ma la migliore strategia di conversione a lungo termine. Perché il lettore può perdonare un errore di battitura ma difficilmente perdonerà la sensazione di essere stato preso in giro.

Dark pattern: Cosa sono e perché dovresti starne alla larga

Oppure, peggio ancora, al momento di pagare, scopri che il prezzo esposto era solo "una parte" del totale e ci sono costi nascosti. Frustrante, vero?

Ecco, i dark pattern (che io chiamo affettuosamente "pattern dell'imbroglio") sono l'equivalente digitale di questa situazione sgradevole.

Sono elementi di interfaccia studiati apposta per confondere, fuorviare o costringere l'utente a compiere azioni che non avrebbe voluto fare, spesso per un vantaggio economico immediato (ma a caro prezzo) del proprietario del sito.

Sono stati battezzati così nel 2010 da un tizio sveglio che si chiama Harry Brignull e che ha creato un sito intero per smascherarli!

Dovresti starne alla larga per un motivo semplicissimo che dovrebbe essere scolpito nel marmo di ogni ufficio marketing: la fiducia è la valuta più importante del web. Se la perdi, hai perso tutto!

Un sito trasparente non solo è etico ma è anche l'unico che può garantire un successo a lungo termine.

Gli otto trucchi "oscuri" più comuni da eliminare subito

Se riconosci uno di questi schemi sul tuo sito, ti consiglio di fermarti un attimo, prendere un bel respiro e cambiarlo subito. Il karma del web ti ringrazierà.

1. Il trucco del "costo nascosto

Questo è un classico senza tempo. L'utente mette un prodotto nel carrello, arriva al checkout e magicamente spuntano spese di spedizione o tasse inaspettate che fanno lievitare il prezzo.

  • Cosa sembra all'utente: "Mi stanno imbrogliando, il prezzo non era quello!"
  • La soluzione onesta: sii cristallino sui costi totali fin dall'inizio o almeno prima che l'utente debba inserire i dati della carta.

Non c'è niente di peggio che perdere un cliente all'ultimo click per una sorpresa sgradita.

2. L'abbonamento involontario (o difficile da annullare)

Quante volte ti è capitato di iscriverti a una prova gratuita e scoprire che per annullare l'abbonamento devi fare una caccia al tesoro tra pagine e sottomenu incomprensibili?

  • Cosa sembra all'utente: "Sono intrappolato. Mi hanno fatto iscrivere con un'opzione pre-selezionata."
  • La soluzione onesta: rendere il processo di annullamento tanto semplice quanto l'iscrizione. Non trattenere i tuoi utenti con la forza ma con la qualità del tuo servizio!

3. La "scarsità forzata" o il conto alla rovescia finto

Vedi un banner che urla "Solo 3 pezzi rimasti a questo prezzo!" oppure "L'offerta scade tra 5 minuti!". Peccato che, se aggiorni la pagina, i pezzi rimasti tornano 3 e il conto alla rovescia ricomincia.

  • Cosa sembra all'utente: "Questa è una tattica da quattro soldi per mettermi fretta."
  • La soluzione onesta: usa la scarsità e l'urgenza solo se sono reali. Le offerte lampo vanno bene, le bugie sulla disponibilità no.

4. Il "bait and switch" (esca e cambio)

Clicchi su un'opzione che sembra fare una cosa e invece te ne fa fare un'altra.

Il classico esempio è il pulsante "No grazie, non voglio l'offerta" che in realtà ti iscrive alla newsletter o che ti porta a una pagina di vendita ancora più aggressiva.

  • Cosa sembra all'utente: "Non posso fidarmi di questo pulsante, figuriamoci del sito intero."
  • La soluzione onesta: assicurati che il risultato dell'azione dell'utente corrisponda esattamente a ciò che il testo e il design promettono. Chiarezza, non ambiguità.
  • 5. Il pre-selezionamento (o caselle opt-out ingannevoli)

    Ti iscrivi a qualcosa e trovi già spuntate caselle che ti abbonano a tutte le newsletter possibili e immaginabili o accettano termini che non hai letto.

    • Cosa sembra all'utente: "Devo spuntare tutte le caselle. Che fastidio."
    • La soluzione onesta: le caselle per accettare di ricevere comunicazioni commerciali o iscriversi a servizi aggiuntivi devono essere sempre non spuntate di default (opt-in). È la legge (il GDPR) e il buon senso.

    6. La confusione dei pulsanti (o confirmshaming)

    Hai presente quando vuoi rifiutare una pop-up e i pulsanti sono tipo: "Sì, voglio RISPARMIARE" e l'altro, in piccolo, "No, voglio pagare di più e ignorare questa offerta fantastica"? Quello è confirmshaming.

    • Cosa sembra all'utente: "Mi stanno facendo sentire stupido solo perché voglio dire di no."
    • La soluzione onesta: i pulsanti di azione principale e secondaria devono essere chiari, distinti e neutri nel linguaggio. Se voglio dire di no, non devo sentirmi un irresponsabile.

    7. L'amico fasullo (o la riprova sociale non autentica)

    Quei messaggi che spuntano dal nulla dicendo: "Mario da Roma ha appena acquistato l'eBook XYZ!". Se Mario da Roma non esiste e non ha acquistato un bel niente, stai creando un problema.

    • Cosa sembra all'utente: "Sono tutti falsi, non c'è nessuno che ha comprato questo."
    • La soluzione onesta: usa solo recensioni, testimonianze e indicatori di vendita che sono veri e verificabili. La riprova sociale è potente, non rovinarla con bugie.

    8. Il labirinto di cancellazione (o roach motel)

    Il nome tecnico è roach motel (motel per scarafaggi) perché è facile entrare ma difficilissimo uscire. È un pattern dove è semplicissimo iscriversi (o inserire i dati) ma la cancellazione o la rimozione dei dati personali è un percorso a ostacoli infinito.

    • Cosa sembra all'utente: "Non voglio avere più nulla a che fare con loro."
    • La soluzione onesta: tratta i tuoi utenti con rispetto, anche quando decidono di lasciarti. Un processo di onboarding e offboarding chiaro e rapido è un segno di professionalità.

    Perché l'onestà è la vera strategia SEO e di conversione

    Potresti pensare che questi trucchetti funzionino e magari nel brevissimo termine un piccolo picco di conversioni lo ottieni. Ma a quale costo?

    Google (sì, quello con la G maiuscola, come piace a me) sta diventando sempre più bravo a capire l'esperienza utente (UX) e l'intento manipolativo.

    Quando un utente arriva sul tuo sito e si sente frustrato (cioè, clicca su "indietro" e torna alla pagina dei risultati di Google), il tuo bounce rate sale alle stelle, il tuo tempo di permanenza crolla, e Google capisce che il tuo sito non sta soddisfacendo l'utente. E cosa fa Google? Ti sposta giù. Semplice.

    • Fiducia = Tempo sul sito + Pagine visitate
    • Manipolazione = Abbandono immediato + Recensioni negative

    Un sito onesto, con contenuti chiari, costi trasparenti e processi semplici, genera un'esperienza utente positiva. L'utente si fida, torna, e ti consiglia agli amici.

    Questo è il passaparola digitale che vale più di mille pop-up ingannevoli. La tua credibilità online, che è il fondamento della tua brand identity, non ha prezzo.

    Il mio consiglio spassionato per un web più onesto

    Se dovessi riassumere tutto in un unico, grande consiglio, sarebbe questo: usa il buon senso e l'empatia.

    Quando progetti una pagina o una call to action, chiediti: "Se fossi io l'utente, come mi sentirei di fronte a questa scelta?"

    Se la risposta è "Mi sentirei imbrogliato, confuso o forzato", allora devi cambiare. Semplice. Non c'è strategia SEO, non c'è funnel di vendita, non c'è copia persuasiva che possa resistere alla mancanza di integrità.

    Ricorda che non stai costruendo una truffa mordi-e-fuggi; stai cercando di costruire un business sostenibile e una comunità di clienti fedeli. E i clienti fedeli si ottengono solo con un rapporto basato sulla chiarezza e sul rispetto.

    Basta con i pattern oscuri! Sii la luce nel web. La fiducia paga, e paga molto bene!

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