
L'AI Overview di Google: il genio della lampada che ti ruba i click
...e forse si dà la zappa sui piedi!
Ricordi quando bastava posizionarsi in cima alla SERP per godersi un traffico da sogno? Era un'epoca d'oro, quasi un'utopia per chi si occupava di SEO.
Beh, scordati quel Paradiso!
Google ha tirato fuori dal cilindro un nuovo coniglio o forse un genio della lampada un po' dispettoso, che sta riscrivendo le regole del gioco: l'AI Overview.
Ha promesso di rendere la ricerca più facile, più immediata, quasi magica. Ma per molti siti web, questa magia si è trasformata in una vera e propria maledizione, un furto silenzioso di click che sta prosciugando le loro fonti di vita.
Indice dei paragrafi:
- Introduzione: il Nuovo Ordine della SERP: benvenuti nell'Era del "Non cliccare!"
- AI Overview: il tuo nuovo "amico" che ti lascia a bocca asciutta
- Il grande furto di click: numeri che fanno piangere (e ridere amaro)
- Il dilemma di Google: soldi oggi, qualità domani?
- Come adattarsi (e sopravvivere) all'Era dell'AI Overview
- Conclusioni: il futuro della ricerca è un campo minato (e Google è il geometra)
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Introduzione: il Nuovo Ordine della SERP: benvenuti nell'Era del "Non cliccare!"
Ma cos'è esattamente questa diavoleria?
L'AI Overview è una sintesi generata dall'intelligenza artificiale che appare in bella vista sulla pagina dei risultati di ricerca di Google (SERP).
Spesso si posiziona prima dei risultati organici tradizionali e in alcuni casi persino sopra gli annunci a pagamento! (1)
Non è il solito "Featured Snippet", quel piccolo riquadro che estrae informazioni concise da una singola pagina web per rispondere a una query specifica. No, l'AI Overview è un vero e proprio riassuntone, un compendio che pesca informazioni da più fonti, cucinandoti una risposta bella pronta, a volte con qualche link per approfondire. (1)
È come avere un assistente super-intelligente che ti dà la pappa pronta, senza farti la fatica di cliccare e navigare tra mille pagine.
Google la definisce una "istantanea generata dall'intelligenza artificiale con informazioni chiave", (2) pensata per darti un'idea chiara su argomenti complessi o per soddisfare completamente le query più semplici. (1) È diventata una "funzionalità principale di ricerca Google" e, udite udite, non può essere disattivata dall'utente! (2) In realtà un modo c'è ed è quello di chiedere una ricerca di tipo "Web":
La domanda che sorge spontanea e che farà sorridere amaramente molti gestori di siti web, è lecita: se Google ci ruba i click, non sta forse segando il ramo su cui è seduta?
Se i siti web, che sono la sua linfa vitale e la fonte di tutti i contenuti che la sua AI riassume, non ricevono più traffico e non possono monetizzare, chi produrrà i contenuti di qualità in futuro?
Questo è il paradosso fondamentale dell'AI Overview. È una contraddizione degna di un film di fantascienza ma con implicazioni molto reali per il tuo business online.
L'AI Overview è progettata per fornire risposte immediate e complete (1), migliorando l'esperienza utente, obiettivo dichiarato di Google. (1)
Tuttavia, nel farlo, priva i creatori di contenuti del traffico e della monetizzazione. (4)
Il punto cruciale è che Google dipende dal web aperto per alimentare la sua Intelligenza Artificiale. (1) Se il web muore di fame, la qualità e la quantità di contenuti disponibili per la sintesi AI diminuiranno drasticamente, minando la stessa utilità e il valore dell'AI Overview a lungo termine. Questo è il "boomerang" che potrebbe nuocere a Google stessa, poiché la sua stessa innovazione rischia di prosciugare la fonte da cui trae il suo valore.
AI Overview: il tuo nuovo "amico" che ti lascia a bocca asciutta
Immagina di chiedere a Google "come si fa il ragù alla bolognese?".
Fino a poco tempo fa, avresti ottenuto una lista di link a blog di cucina, siti di ricette, magari qualche video. Oggi, invece, l'AI Overview ti sbatte in faccia un riassunto conciso con ingredienti e passaggi chiave, presi da diverse fonti. (1)
È la famosa "istantanea generata dall'intelligenza artificiale con informazioni chiave" (2) di cui parlavo poco fa, pensata per farti capire al volo le cose più complesse o per darti la risposta definitiva a quelle semplici. (1)
Non c'è una casella per le domande successive come in ChatGPT ma è lì per darti risposte dirette e immediate. (1)
È diventata una "funzionalità principale di ricerca Google". (2)
Google stessa ha ammesso che le AI Overviews "possono fare e faranno errori", invitando gli utenti a "pensare in modo critico" e a "esplorare risultati da più fonti per verificare i fatti". (2) Un'ammissione che, per certi versi, è un'arma a doppio taglio.
La differenza con i vecchi Featured Snippets è sostanziale: siamo passati da un "riassunto" a una "risposta completa".
I Featured Snippets erano come un assaggino, un estratto conciso da una sola pagina web per rispondere a una query specifica. (1) L'AI Overview è il pasto completo, sintetizzando informazioni da molteplici fonti per darti una risposta più esaustiva. (1)
È come passare da un biglietto da visita a un curriculum vitae completo, il tutto senza uscire dalla pagina di Google.
L'AI Overview, precedentemente nota come SGE (Search Generative Experience), è un'evoluzione che porta risposte AI-generate direttamente nei risultati di ricerca, andando ben oltre i semplici link. (3)
Google non si limita più a mostrare link, ma sta attivamente "creando nuovi contenuti basati sulle informazioni web esistenti", (6) spesso presentando i risultati in "moduli" specifici come liste non ordinate, liste ordinate, ricette o blocchi di codice. (6)
Questo cambiamento trasforma l'AI Overview in un vero e proprio "Amplificatore Zero-Click".
I Featured Snippets già contribuivano al fenomeno delle "ricerche zero-click", (7) dove l'utente trova la risposta direttamente sulla SERP senza cliccare. L'AI Overview, sintetizzando da molteplici fonti e fornendo risposte più complete, (1) amplifica questo fenomeno in modo esponenziale.
Se prima l'utente trovava un pezzo di risposta e magari cliccava per il resto, ora l'AI Overview mira a soddisfare l'intento completamente sulla SERP. Questo rende il click verso il sito esterno un'eccezione, non la regola.
L'implicazione è chiara: la visibilità in SERP non si traduce più automaticamente in traffico, costringendo i publisher a ripensare il loro valore e le loro strategie.
La "Posizione Zero", un tempo ambita con i Featured Snippets, si è ora trasformata in una "Posizione Tutto". Se i Featured Snippets erano la "posizione zero", (1) l'AI Overview la trasforma in un punto dove l'utente riceve un riassunto esaustivo e modulare (6) senza la necessità di navigare altrove. Questo sposta l'obiettivo dell'ottimizzazione SEO dal "classificarsi in alto" al "essere la fonte che l'AI sceglie di riassumere" o, in alternativa, al "creare contenuti così approfonditi o unici da rendere il click comunque necessario".
Questo richiede una profonda comprensione dell'intento utente e della capacità dell'AI di soddisfarlo, spingendo i creatori di contenuti a un livello superiore di strategizzazione.
Nonostante la sua apparente onniscienza, il fatto che Google ammetta che le AIO "possono fare e faranno errori" e consiglia agli utenti di "pensare in modo critico", di "verificare i fatti", (2) rappresenta una debolezza intrinseca dell'AI che, sebbene preoccupante per l'accuratezza, crea un'opportunità per i publisher. Se gli utenti sono incoraggiati a verificare le informazioni, potrebbero essere più propensi a cliccare sui link delle fonti originali, specialmente per argomenti sensibili o complessi.
I siti che costruiscono una forte reputazione di accuratezza, competenza, esperienza, autorevolezza e affidabilità (il famoso E-E-A-T) (1) possono capitalizzare su questa necessità di verifica, distinguendosi come fonti affidabili in un mare di informazioni riassunte.
L'AI Overview è molto più propensa ad apparire per le query informative, come quelle su viaggi o cucina, mentre è quasi assente per le query transazionali (solo l'1.2%) o locali (completamente assente). (1) Questo significa che se hai un blog di ricette o un sito di consigli per la casa, la tua battaglia per i click è molto più dura di un e-commerce che vende scarpe o un ristorante locale.
Le AIO sono particolarmente comuni per le domande che iniziano con "chi", "cosa", "quando", "perché" (60% delle query) e per le frasi complete (36%). (4)
Per capire meglio la portata di questo cambiamento, diamo un'occhiata a un confronto rapido.
Confronto tra ricerca tradizionale e AI Overview:
- Caratteristica: scopo principale
- Ricerca Tradizionale: Fornire un elenco di link pertinenti.
- AI Overview: Fornire risposte dirette e complete.
- Caratteristica: fonte informazioni
- Ricerca Tradizionale: Singola pagina (per ogni risultato).
- AI Overview: Sintetizza da molteplici fonti.
- Caratteristica: posizione SERP tipica
- Ricerca Tradizionale: Sotto gli annunci e le funzionalità.
- AI Overview: Spesso sopra gli annunci e i risultati organici.
- Caratteristica: interazione utente
- Ricerca Tradizionale: Richiede click per approfondire.
- AI Overview: Risposta immediata sulla SERP.
- Caratteristica: impatto sui click
- Ricerca Tradizionale: Genera traffico diretto al sito.
- AI Overview: Riduce drasticamente i click sui siti esterni.
Questa lista visualizza in modo chiaro e conciso le differenze fondamentali tra il vecchio e il nuovo paradigma di ricerca. Aiuta il lettore a cogliere immediatamente la portata del cambiamento, evidenziando come l'AI Overview non sia solo un'aggiunta ma una vera e propria ridefinizione dell'esperienza di ricerca, con implicazioni dirette sul comportamento degli utenti e, di conseguenza, sul traffico dei siti web.
Il grande furto di click: numeri che fanno piangere (e ridere amaro)

Non è una sensazione, è Scienza! I dati parlano chiaro: il crollo dei CTR è una realtà tangibile. Un report del Pew Research Center ha analizzato i dati di navigazione di centinaia di utenti e ha scoperto una cosa agghiacciante: quando appare un AI Overview, gli utenti cliccano sui link tradizionali quasi la metà delle volte (8% delle visite) rispetto a quando non c'è (15% delle visite). (4)
E i link citati dentro l'AI Overview? Cliccati nell'1% dei casi. Praticamente zero. (4)
Questo significa che, anche se il tuo sito viene citato nell'AI Overview, le probabilità che un utente clicchi per approfondire sono infinitesimali.
Un'altra analisi, condotta da GrowthSRC Media, ha rilevato un calo del 32% nel Click-Through Rate (CTR) del primo risultato organico, che è passato dal 28% al 19%, dopo l'espansione degli AI Overviews. (9)
Il secondo risultato? Un crollo ancora più ripido del 39% (dal 20,83% al 12,60%). (10)
Per MailOnline, un importante editore, i CTR sono crollati del 56,1% su desktop e del 48,2% su mobile per le keyword con AI Overviews. (10)
Questi numeri non sono un "blip" temporaneo, ma indicano un cambiamento strutturale nel comportamento degli utenti.
Siamo nel pieno del fenomeno del "Ricerca Zero-Click": quando la risposta è già lì, perché cliccare? Il "zero-click search" è diventato il nostro incubo peggiore. È quando un utente fa una ricerca e trova la risposta direttamente sulla pagina dei risultati di Google, senza bisogno di cliccare su nessun sito. (7)
E indovina un po'? Il 58,5% di tutte le ricerche finisce lì, sulla SERP, senza un singolo click. Su mobile, la situazione è ancora più drammatica: il 77,2% delle ricerche sono "zero-click". (8)
Google, con le sue risposte istantanee, Featured Snippets, Knowledge Panels e ora gli AI Overviews, sta rendendo sempre meno necessario per l'utente lasciare il suo "giardino recintato". (8) Questo è un problema enorme per i publisher, poiché riduce drasticamente le opportunità di monetizzazione tramite pubblicità, lead generation e coinvolgimento diretto dei clienti. (8)
Per capire meglio il dramma con un tocco di umorismo amaro, ecco alcuni esempi divertenti di come l'AI Overview "risolve" il problema senza farti visitare il sito:
- Immagina di aver appena rovesciato il caffè sulla tua camicia preferita e cerchi "come togliere le macchie di caffè". Prima, avresti cliccato su un blog di consigli per la casa, magari avresti navigato un po', visto qualche annuncio. Ora, l'AI Overview ti spara lì una lista di passaggi da seguire, magari con un link a un prodotto smacchiatore (1), e tu, soddisfatto, non clicchi da nessuna parte. Il tuo blog di "vita casalinga perfetta" ha appena perso un visitatore, e il caffè non è l'unica cosa amara.
- Oppure, cerchi "migliori destinazioni per vacanze in Grecia con bambini". L'AI Overview ti riassume le isole più adatte, le attività, e magari ti suggerisce anche un hotel. Tu hai le info, Google ha tenuto il click. E l'agenzia di viaggi che ha scritto la guida dettagliata, investendo tempo e risorse? Resta a guardare, con la sua guida perfetta che nessuno leggerà mai per intero. (12)
Nonostante questi dati schiaccianti, Google, dal canto suo, smentisce questi studi, definendoli "inaccurati e basati su ipotesi e analisi errate". (5) Afferma che gli utenti preferiscono le sintesi AI e che gli AI Overviews "creano nuove opportunità per la scoperta di siti web". (5)
Il CEO Sundar Pichai ha persino dichiarato che i link e i contenuti all'interno degli AI Overviews ottengono CTR più elevati. (10) Peccato che i dati di Pew Research dicano l'esatto contrario (solo l'1% di click sui link interni). (4) Sembra che Google e i publisher stiano giocando a due giochi diversi, con regole e contatori di punteggio differenti, in una narrazione contrastante che rende difficile capire chi stia dicendo la "verità".
La "cannibalizzazione" del traffico organico è un fatto, non un mito. I dati di Pew Research (4) e GrowthSRC Media (9) sono inequivocabili: l'AI Overview riduce drasticamente i click sui risultati organici.
Questo non è un effetto marginale, ma un "impatto devastante". (5) La causa è diretta: se l'AI risponde alla domanda sulla SERP, l'utente non ha bisogno di cliccare. L'implicazione è che la "visibilità" in SERP non equivale più a "traffico", costringendo i publisher a ripensare i loro modelli di business e le loro metriche di successo. Non si tratta più solo di essere visti, ma di essere cliccati, e questo sta diventando sempre più difficile.
Questo ci porta al dilemma della qualità del contenuto nell'era zero-click. Se i siti web non ricevono traffico, la loro capacità di monetizzare tramite pubblicità o conversioni diminuisce drasticamente. (8)
Questo, a sua volta, riduce l'incentivo a creare contenuti di alta qualità, approfonditi e unici. (5) L'implicazione a lungo termine è una potenziale "morte dell'informazione di qualità online" (5) il che, ironicamente, priverebbe Google stessa della materia prima per le sue AI Overviews.
Questo è il cuore del "nuocere anche a Google stessa", poiché la sua stessa innovazione potrebbe distruggere la base su cui si fonda il suo prodotto principale. Se la fonte di conoscenza si prosciuga, anche il genio della lampada avrà sempre meno da raccontare.
Infine, la necessità di ridefinire il successo SEO è diventata impellente. Se i click diminuiscono, i marketer devono "spostare il focus verso la visibilità del brand nella ricerca sociale, la rilevanza geografica, le menzioni negli output dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) e il contributo complessivo a ricavi o lead". (10) Questo implica che l'obiettivo del SEO non è più solo il ranking o il CTR, ma metriche più ampie come la brand awareness, le conversioni dirette o la presenza in altri ecosistemi di ricerca. (14) La causa è la saturazione della SERP con risposte dirette; l'effetto è una ridefinizione radicale della strategia di marketing digitale, che deve ora guardare oltre il semplice click.
Il dilemma di Google: soldi oggi, qualità domani?
Il modello di business di Google è, da sempre, saldamente ancorato alla pubblicità. Con oltre 200 miliardi di dollari di entrate solo nel 2023, (11) la pubblicità è il motore che alimenta il gigante di Mountain View. La logica è semplice: più a lungo gli utenti rimangono sulla piattaforma Google, più annunci vedono e più entrate pubblicitarie Google genera. (11) È un ecosistema che si autoalimenta, dove il traffico verso siti esterni è sempre stato un mezzo, non il fine ultimo.
Con l'introduzione delle AI Overviews, Google sta cercando di integrare la pubblicità anche in questo nuovo spazio. Gli annunci sono ora presenti all'interno degli AI Overviews e della modalità AI, con i desktop che hanno iniziato a vederli a metà giugno. (1) Questi annunci "Sponsored" appaiono più integrati nel contenuto generato dall'AI, quasi mimetizzati. (15)
Questa mossa è chiaramente una strategia di monetizzazione per i massicci investimenti di Google nell'intelligenza artificiale. (17)Tuttavia, si tratta di un "delicato gioco di equilibri" che Google deve mantenere per evitare di compromettere l'esperienza utente che rende queste funzionalità AI così preziose. (17) Troppi annunci, o annunci poco pertinenti, potrebbero allontanare gli utenti, vanificando l'investimento.
L'impatto sugli inserzionisti è già visibile e preoccupante: meno visibilità e potenzialmente più costi. Gli annunci tradizionali e i risultati organici vengono spesso spinti "sotto la piega" ("below the fold"), ovvero fuori dalla schermata iniziale senza scrollare. (12)
Questo porta a meno slot pubblicitari visibili, a CTR più bassi per gli annunci tradizionali e, di conseguenza, a Cost-Per-Click (CPC) potenzialmente più alti a causa dell'aumento della competizione per un numero ridotto di posizioni premium. (12)
Alcuni settori, come il Retail e il Travel, sono particolarmente colpiti, con gli annunci shopping e le query di pianificazione che spesso attivano gli AI Overviews. (12)
Qui si manifesta il paradosso interno di Google: Google contro Google? Se l'AI Overview riduce il traffico organico verso i siti, diminuisce l'incentivo per i creatori di contenuti a produrre materiale di alta qualità. Se Google dipende da questi contenuti per alimentare la sua AI, rischia una "siccità" di informazioni fresche, accurate e approfondite.
L'azienda sta investendo cifre colossali in infrastrutture AI (circa 85 miliardi di dollari previsti per il 2025), (18) il che dimostra il suo impegno ma evidenzia anche la portata del potenziale danno auto-inflitto se l'ecosistema dei contenuti dovesse collassare. È come costruire un'auto da corsa super tecnologica, ma poi tagliare i fondi per la produzione di carburante.
La visione di Google, tuttavia, è diversa. L'azienda sostiene che l'AI Overview non cannibalizza, ma espande. Google afferma che l'AI Overview sta generando un aumento del 10% nelle query per i tipi di ricerche in cui appare. (18) Secondo Google, gli utenti stanno cercando più spesso e ponendo "tipi di domande completamente nuovi", (16) suggerendo che l'AI espanda la torta della ricerca anziché semplicemente ridistribuirne le fette. Affermano anche che i visitatori generati dalla ricerca AI valgono 4,4 volte di più rispetto al traffico organico tradizionale. (18)
Questa è la contro-narrazione di Google alla perdita di traffico lamentata dai publisher: meno click, ma più valore per click.
Tuttavia, il paradosso interno persiste. Sebbene Google veda un aumento del volume delle query e un potenziale traffico AI di maggior valore, la questione fondamentale rimane: se le fonti di informazione diminuiscono o diventano meno redditizie, la qualità dei dati che alimentano l'AI ne risentirà. Questo potrebbe portare a AI Overviews meno accurate, meno complete e meno utili, degradando nel tempo l'esperienza utente che Google si propone di migliorare. È un rischio a lungo termine per il loro prodotto principale.
Se il genio della lampada non trova più storie interessanti da riassumere, la sua magia svanirà, e con essa, parte del valore di Google.
Inoltre intravedo anche un problema di riduzione della "diversità genetica": se i publisher useranno (e la stanno usando, sottoscritto incluso a volte) l'intelligenza artificiale per produrre contenuti e se l'intelligenza artificiale, a causa della disincentivazione dei publisher a produrre contenuti originali di qualità di cui abbiamo già parlato, inizia a pescare negli articoli di cattiva qualità scritti da sé stessa, la qualità del suo DNA sarà messa a dura prova.
Come adattarsi (e sopravvivere) all'Era dell'AI Overview
L'era dell'AI Overview non è un'opzione, è una realtà. Per i creatori di contenuti e i marketer, la sopravvivenza dipende dalla capacità di adattarsi rapidamente.
Il primo passo è ottimizzare per l'AI, non solo per il ranking tradizionale. Il nuovo mantra è "AI SEO". (9)
Ciò significa che i contenuti devono essere strutturati in modo che l'AI possa facilmente estrarre e comprendere le informazioni. Usa intestazioni descrittive (H2, H3), paragrafi chiari, elenchi puntati per la leggibilità e sezioni FAQ. (9)
L'implementazione del markup schema è fondamentale: fornisce ai motori di ricerca dati strutturati sul tuo contenuto, rendendolo più "digeribile" per l'AI. (9)
Inoltre, è cruciale focalizzarsi sull'E-E-A-T (Expertise, Experience, Authoritativeness, Trustworthiness = Competenza, Esperienza, Autorevolezza, Affidabilità). (1) Autori con credenziali chiare, contenuti autorevoli e affidabili hanno maggiori probabilità di essere scelti dall'AI per le sue sintesi.
Creare contenuti profondi e autorevoli è più importante che mai. Invece di puntare solo a keyword specifiche, scrivi contenuti concettualmente completi che rispondano all'intera portata di una query. (9) Se l'AI Overview fornisce una risposta concisa, un contenuto approfondito e ben argomentato può ancora invogliare l'utente a cliccare per ottenere ulteriori dettagli, contestualizzazione o prospettive uniche. Questo è il tuo "valore aggiunto" rispetto a un riassunto generico.
Non mettere tutte le uova nel paniere di Google. Diversificare le fonti di traffico è una strategia di resilienza. Non fare affidamento esclusivamente sul traffico organico da Google. Puoi anche valutare di investire in social media marketing, email marketing, partnership e altre piattaforme. (11) Non sempre è utile ma, se vuoi, possiamo studiare insieme il tuo caso.
Costruisci la brand awareness al di là della ricerca, creando una relazione diretta con il tuo pubblico. (8) Se gli utenti ti cercano direttamente, o tramite altri canali, l'AI Overview avrà meno impatto sul tuo traffico.
Monitorare e adattarsi è un processo continuo. Il panorama SEO non è più statico. È essenziale monitorare costantemente i cambiamenti nella SERP, analizzare come gli AI Overviews influenzano il tuo settore e adattare le tue strategie di conseguenza. (9) Le metriche di successo devono evolvere: non solo i click, ma anche le conversioni on-site, la crescita delle ricerche brandizzate o i contributi assistiti a ricavi e lead. (10)
A tal scopo strumenti come SEMrush o SEOZoom (per i siti italiani) possono offrire un validissimo aiuto.
Infine, il ruolo della trasparenza è cruciale per l'intero ecosistema. I publisher e gli esperti SEO chiedono maggiore chiarezza da parte delle aziende AI su come i contenuti vengono indicizzati e classificati. (13) Senza questa trasparenza, l'ottimizzazione diventa un gioco di indovinelli, rendendo difficile per i creatori di contenuti sapere come produrre materiale che sia rilevante e visibile nell'era dell'AI.
Conclusioni: il futuro della ricerca è un campo minato (e Google è il geometra)
L'AI Overview di Google rappresenta una delle trasformazioni più significative nel mondo della ricerca online dall'avvento dei motori di ricerca stessi.
È un genio della lampada che offre risposte immediate, ma che, nel farlo, sta prosciugando il traffico verso i siti web, la linfa vitale dell'open web. I dati sono inequivocabili: il fenomeno delle "zero-click searches" è in crescita esponenziale, e l'AI Overview ne è il principale acceleratore, riducendo drasticamente i Click-Through Rate verso i risultati organici.
Questo crea un dilemma profondo per Google stessa. Se da un lato l'azienda afferma che l'AI Overview migliora l'esperienza utente e genera un aumento delle query, dall'altro lato, la riduzione del traffico e della monetizzazione per i publisher minaccia la sostenibilità di chi produce i contenuti di qualità che alimentano l'AI.
Se i siti web non possono più sostenersi economicamente, la qualità e la quantità delle informazioni disponibili per la sintesi AI diminuiranno, minando il valore stesso dell'AI Overview e, di conseguenza, la posizione dominante di Google nel lungo termine. È un "boomerang" potenziale, dove l'innovazione rischia di distruggere la sua stessa base.
Per i creatori di contenuti e i marketer, l'unica via è l'adattamento. Non si tratta più solo di ottimizzare per il ranking, ma di "AI SEO": creare contenuti strutturati, autorevoli e basati sull'E-E-A-T, che siano facilmente estraibili dall'AI, pur essendo così profondi e unici da incentivare il click.
È fondamentale diversificare le sorgenti di traffico, costruendo relazioni dirette con il pubblico al di fuori della SERP di Google. Il futuro della ricerca è un campo minato, ma con una strategia agile e una profonda comprensione delle nuove dinamiche, è possibile non solo sopravvivere, ma prosperare in questo nuovo, affascinante e a tratti spietato, panorama digitale.
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Desidero lasciarti con questo breve video del buon Francesco Margherita che spiega, in parole semplici e molto meglio di me, l'argomento che ho affrontato in questo articolo:
Grazie per avermi letto fin qui e, visto che hai dimostrato tenacia, ti ricompenso con una confessione: per scrivere questo articolo, per la prima volta mi sono fatto aiutare dall'Intelligenza Artificiale di Google!