Creare sito multilingua: ti serve veramente?

Sito in italiano, inglese, francese, tedesco, rumeno, russo, cinese...!
Restiamo con i piedi per terra!

Creare sito multilingua

Quando mi chiedono di creare un sito web multilingua, pur rischiando di andare contro i miei interessi, cerco sempre di comprendere le reali esigenze del Cliente perché spesso egli sopravvaluta le sue possibilità di espansione o sottovaluta l'impegno che tale scelta richiede.

Infatti, chi intraprende una nuova attività su web, non sempre si rende conto di quanto sia impegnativo il "mantenimento in vita" di un sito, di quanto tempo richieda tenerlo aggiornato con contenuti sempre "freschi" e interessanti per il Pubblico.

Ed è impegnativo farlo anche in una sola lingua, figuriamoci in due o più lingue che magari non conosciamo neanche bene... o che non conosciamo per niente.

L'italiano

Bandiera italianaCitando Paolo Villaggio nel suo goffo Fantozzi, «L'italiano è una lingua maledetta!» ed è già difficile scrivere testi più o meno corretti e sensati nella nostra madrelingua, possibilmente integrandoli con le keyword che vogliamo far digerire a Google e magari vivacizzandoli inserendo qualche immagine pertinente, sapendo che quelle gratuite non sono facili da trovare.

Anche scrivendo soltanto in italiano, nonostante sia la nostra madrelingua e nonostante siamo dotati di una cultura media, i refusi capitano, i taglia-incolla nelle correzioni giocano brutti scherzi e bisogna rileggere (e far rileggere) i testi 100 volte prima di pubblicarli.

Tutto ciò porta via tantissimo tempo, ore che bisogna sottrarre al lavoro "vero", quello che produce reddito, purtroppo indispensabile per la nostra sopravvivenza.

Tra la scelta dell'argomento, la raccolta delle informazioni, la ricerca o la creazione delle immagini, la scrittura del testo e la correzione della bozza, scrivere un solo articolo per questo mio modesto blog, mediamente m'impegna per tre o quattro ore.

L'errata stima del tempo/uomo necessario al mantenimento di un sito da parte di chi pensa di realizzarlo in due o più lingue porta inesorabilmente alla condizione in cui si trovano alcuni siti visibili su Web, siti che magari mostrano 5 bandierine per 5 lingue... delle quali 4 sono vuote!
Una situazione del genere, ovviamente, non fa fare una bella figura con i visitatori stranieri che probabilmente abbandoneranno subito il sito e neanche Google sarà contento.

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Le altre lingue

Altre bandiereOra immaginiamo di dover moltiplicare questo tempo per il numero di lingue in cui vorremmo sviluppare il nostro sito con l'aggravante che, salvo casi particolari, abbiamo una conoscenza molto limitata di queste lingue in termini di grammatica, delle espressioni idiomatiche e gergali e dei pensieri propri della cultura a cui ci si rivolge. Sì perché non si deve dimenticare che un italiano, un inglese, un cinese o un arabo reagiscono diversamente alle stesse espressioni (questo è già vero tra le diverse regioni della nostra Italia).

Ecco perché il tempo necessario per scrivere in due lingue non è il doppio rispetto alla lingua singola, ma si triplica o quadruplica!

I traduttori automatici

Altre lingueQualcuno potrebbe obiettare che oggi esistono i traduttori automatici che possono aiutarci in questo ingrato compito.

Quest'affermazione è sicuramente vera, ma perfino l'ottimo traduttore di Google non è ancora pronto per affrontare la sfida di una traduzione "credibile" di un testo impegnativo.

Non mi credi? Prova a inserire un testo relativamente complesso in inglese o in qualsiasi altra lingua nel traduttore e leggi la sua traduzione in italiano mentre immagini di essere il visitatore di un sito (il tuo) che vuole capire quanto sei affidabile e serio come Professionista.

Quindi, pur essendo vero che esistono i traduttori automatici, per il momento è sicuramente poco serio affidargli l'immagine della nostra azienda, della nostra attività.

Inoltre bisogna considerare il fatto che, se il visitatore lo desidera, può far tradurre autonomamente il nostro sito da Google Translate, ottenendo lo stesso (pessimo) risultato.

Ma almeno sarà stata una sua scelta, non tua! L'immagine della tua azienda non ne uscirà distrutta!

Questo è vero a meno che non capiti a te quello che è successo a me: una lettrice anglosassone mi ha scritto dicendomi che la versione in Inglese di questo sito (che non esiste) era pessima e che forse sarebbe stato meglio se mi fossi rivolto a un professionista per la traduzione.

Puoi immaginare quale sia stata la sua (e la mia) sorpresa quando le ho risposto ringraziandola del consiglio ma segnalandole che il sito di altraSoluzione non ha una versione in inglese! La simpatica lettrice stava guardando il mio sito tramite Google Translate senza accorgersene!

Il "mercato"

MercatoEd eccoci al punto focale di questo articolo: a chi si rivolge il tuo sito web?

Se si tratta di un Blog, a meno che non sia di quelli "grossi", difficilmente tratterai argomenti che interessino un pubblico internazionale e probabilmente una lingua sarà più che sufficiente.

È ancora meno probabile che un francese sia interessato ad acquistare il pane nella tua panetteria, che hai deciso di pubblicizzare su Internet, per attirare un'attenzione che difficilmente supererà i confini del quartiere in cui si trova il tuo negozio.

Se poi, invece, hai deciso di vendere scarpe on-line, a meno che non si tratti di prodotti artigianali di alta qualità, allora stai pur tranquillo che gli stranieri non avranno problemi ad acquistarne da uno dei tanti colossi del settore che hanno già conquistato la maggior parte del mercato mondiale con prezzi stracciati, vanificando completamente i tuoi sforzi linguistici.

Ma ci sono anche casi in cui una piattaforma multilingua è la scelta giusta.

Per esempio, recentemente mi è capitato di realizzare il sito per un'Artista, pittrice e scultrice "quotata", che produce e vende pezzi unici (non reperibili altrove) e che ha pensato di poter vendere in tutto il mondo.

In questo contesto, dopo aver riflettuto e dopo aver avvisato la committente del gravoso impegno che questa scelta comportava, ho sostenuto la decisione di sviluppare un sito web tradotto in più lingue, sia perché si tratta di tradurre soltanto le descrizioni delle Opere e pochi altri testi (quindi non molto impegnativo per chi dovrà aggiornare i contenuti), sia perché in effetti la probabilità di vendere "bellezza" unica nel mondo non è affatto bassa, anzi, è una delle poche cose che gli italiani hanno sempre saputo far bene.
In questo caso, descrivere le tecniche adottate e le "emozioni" proprie di un'opera d'arte, anche in una lingua comprensibile da un possibile (forse probabile) acquirente straniero, è una buona scelta.

Fabio Donna