Cookie Law: una cosa inutile... forse dannosa

Cosa (NON) garantisce la Cookie Law?
Quando la cura è peggiore della malattia (Ufficio Complicazione Affari Semplici)!

Cookie Law

È passato un po' tempo da quando è stata imposta a tutti i siti web europei la famigerata "Cookie Law" e ormai quasi tutti si sono adeguati a questa inutile e costosa legge, che impone d'indicare la "Cookie Policy" e che non porta alcun vantaggio agli utenti del web ma solo salatissime multe per chi non si adegua.

Nata nel maggio 2014 con l'idea di tutelare la privacy degli internauti, questa legge, su cui è possibile informarsi sul sito del Garante della Privacy, ha prodotto soltanto vittime: i titolari dei siti web che sono stati costretti a spendere soldi per adeguarsi ad essa, con qualche vantaggio per gli sviluppatori e gli avvocati che hanno avuto un po' di lavoro in più.

Perché è inutile?

Ripensandoci, affermare che è inutile è un eufemismo. In effetti è dannosa e ottiene il risultato opposto a quello per cui è nata, almeno secondo la mia modestissima opinione.

Forse mi sbaglio, forse no. Cerchiamo di capirlo insieme:

i cookie (tradotto "biscotti") sono delle piccole stringhe di testo che un sito web può memorizzare nel browser del visitatore, in modo da poterle leggere di nuovo in occasione di una prossima visita. Essi sono del tutto innocui e non causano alcun danno al computer che li riceve.

Comunemente questi piccoli testi memorizzati nel browser servono soltanto ad agevolare la fruizione del sito, magari ricordando la lingua preferita dal visitatore oppure evitando che il visitatore debba autenticarsi a ogni visita e tante altre piccole utilità.

Un altro utilizzo diffuso dei cookie è quello delle statistiche. Infatti i cookie permettono al gestore del sito di sapere quanti visitatori lo hanno visitato, quali pagine hanno visitato, quanto tempo hanno trascorso su ogni pagina, quale percorso hanno seguito nel "tour", se sono tornati o se è stata la loro prima visita, ecc...

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In altri casi i cookie possono essere utilizzati per "profilare" l'utente, cioè comprendere i suoi gusti, le sue abitudini e sfruttare queste informazioni per proporgli prodotti e servizi a lui "graditi".
Ti sarà capitato sicuramente di notare che se, per esempio, vai su eBay, su Amazon o su altri siti per cercare uno Smartphone da comprare, da quel momento molti banner pubblicitari su Facebook o su altri siti ti propongono acquisti di Smartphone.

Questo succede perché è stato memorizzato un cookie nel tuo browser e a questo cookie sono stati associati i tuoi "gusti", consentendo agli inserzionisti di proporti pubblicità "mirate".

È stato soprattutto questo utilizzo a "scandalizzare" i burocrati europei spingendoli a trovare quella che (secondo loro) era la soluzione a questo grave problema (sempre secondo loro).

Peccato che se non hai cookie memorizzati nel browser (puoi cancellarli quando vuoi) le pubblicità le vedi ugualmente, solo che non riguardano quasi mai prodotti di tuo interesse.

Secondo me la pratica della profilazione non è affatto disprezzabile perché, se proprio devo vedere delle pubblicità, tanto vale che siano su beni o servizi a cui sono o potrei essere interessato. Per me è meglio vedere la pubblicità di uno Smartphone o di uno strumento musicale che quella di un paio di scarpe da donna, così come una signora probabilmente gradirà di più vedere la pubblicità di una boutique invece di quella di un negozio di computer.

Perché la legge sui cookie è dannosa?

OKLa Cookie Law, in pratica e secondo la mia opinione, ha soltanto trasferito la responsabilità dal proprietario del sito al visitatore il quale, pur di far sparire quel fastidioso banner e di usufruire dei servizi e dei contenuti offerti dal sito, cliccherebbe qualsiasi cosa... e in effetti clicca su qualsiasi cosa!

Il visitatore ha qualche protezione in più grazie alla Cookie Law?
Non direi.
Egli, dopo aver cliccato su "Accetto", riceverà gli stessi cookie che avrebbe ricevuto prima dell'entrata in vigore della legge ma si sarà preso carico della responsabilità sull'utilizzo degli stessi.

Il problema, ovviamente, non riguarda tanto quei milioni di siti personali o di blog che usano i cookie soltanto per far funzionare correttamente il sito quanto i BIG, le multinazionali che hanno fatto dell'informazione personale e della profilazione il loro business principale.

Inoltre, col fatto che questa legge ha abituato i visitatori a cliccare in automatico e senza leggere sul pulsante "OK" oppure "Accetto" per far sparire quel fastidioso, invadente banner sui cookie che si sovrappone alla pagina del sito, si crea un effetto ancora più "pericoloso".

Qual è quest'effetto pericoloso? Poniamo il caso in cui un visitatore capiti su un sito "malandrino", magari navigando con lo smartphone. Gli viene presentata la proposta di aderire a un'offerta per scaricare 1000 suonerie al costo di 10 €, in un popup del tutto simile a quelli utilizzati in genere per l'acquisizione del consenso sui cookie.
Visto che non legge mai quello che clicca, perché è abituato a quei noiosi banner sui cookie, istintivamente clicca su "Accetto" e poi scopre di avere 10 € in meno sul credito del cellulare.
E se il servizio proposto è in abbonamento e magari i 10 € glieli tolgono anche i prossimi mesi, fino a che non si accorge della truffa? Capita anche questo!

Tutto ciò si aggiunge alla già insopportabile invasione di finestre pop-up, rendendo il racconto di "Al lupo! Al lupo!" sempre più attuale e veritiero.

Vale la pena di aggiungere rischio al rischio invece d'istruire adeguatamente in "naviganti"? Inoltre, sappiamo che esistono da tempo metodi per tracciare i percorsi e gli acquisti dei clienti in alcuni supermercati, grandi magazzini, centri commerciali, ecc., per valutare "scientificamente" dove posizionare i prodotti in vendita: non è forse la stessa cosa?

E allora perché non costringere il Cliente ad accettare una "Tracking Policy" ogni volta che entra in una struttura che fa uso di queste tecniche?

La risposta è ovvia ed è applicabile anche al web: perché si arreca un disturbo al Cliente senza che egli ne tragga alcun vantaggio!

C'è anche un'altra risposta, del tutto personale e meno ovvia, ma sempre applicabile anche a internet: sinceramente a me non interessa se quando vado a comprare il pane e la frutta qualcuno mi osserva perché, semplicemente, non mi arreca alcun danno, tantopiù che nei supermercati c'è quasi sempre una videosorveglianza contro il taccheggio, quindi sono comunque "osservato".

Altre considerazioni di carattere culturale

Inoltre, in questo modo, non è stato fatto alcun passo per l'educazione degli internauti per i quali i cookie sono e rimarranno quella roba incomprensibile che loro sono costretti ad accettare su ogni sito che visitano.

Non sarebbe stato forse più veloce, utile ed economico costringere i produttori di browser (poche unità) a presentare all'utente una pagina di spiegazione sui cookie e sui metodi per rifiutarli e/o cancellarli alla prima apertura del browser?

Probabilmente neanche in questo caso l'avrebbe letta nessuno ma almeno non avrebbero rovinato l'estetica di milioni di siti web e costretto altrettanti gestori a spendere denaro per adeguarsi a questa legge, a mio parere scritta da qualcuno che non ha mai utilizzato internet in vita sua o che non sa nulla sul funzionamento dei siti web.

Aggiungerei che sarebbe molto utile se gli internauti imparassero almeno qualcosa sul mezzo che utilizzano per navigare (il browser) e sul suo funzionamento. Non dico che dovrebbe essere obbligatoria una patente come per l'automobile, ma sicuramente un'adeguata formazione per far conoscere almeno quali sono i limiti, i rischi e le potenzialità nell'utilizzo di un mezzo importante come Internet, non sarebbe male.

Anche l'ottimo Marco Montemagno (Monty) ha espresso delle critiche nei confronti di questo ridicolo ammasso di regole che non risolvono minimamente il problema.

 
Maledetti Cookie! Anche tu non li sopporti?

Cosa fare per adeguarsi alla Cookie Law?

Dal 2014 sono usciti tanti sistemi, molti dei quali gratuiti, per modificare il sito in modo da essere conforme alle direttive. Uno di questi è lo script di Ollie Phillips scaricabile gratuitamente dal qui.

Esistono anche dei plugin per i CMS più diffusi.

N.B.: questi strumenti si occupano della parte tecnica della Cookie Law, non di quella legale. Cioè fanno in modo che sul tuo sito siano mostrate l'informativa breve e quella estesa e si occupano della raccolta del consenso, ma il testo da mostrare nelle informative devi scriverlo tu o, meglio, il tuo avvocato!

Infatti, per gli aspetti legali, cioè per i testi da mostrare, è meglio rivolgersi a un avvocato esperto di web oppure puoi affidarti all'azienda che, secondo me, ha avuto l'idea migliore in questo campo: Iubenda (questo link ti fa ottenere il 10% di sconto), che propone un servizio completo (che ho utilizzato anche su questo sito) e di facile integrazione e che permette d'inserire nel proprio sito una Privacy Policy e una Cookie Policy "dinamiche", cioè già tradotte in molte lingue e che vengono aggiornate automaticamente da Iubenda quando qualcosa cambia (leggi, puntamenti ai siti dei produttori, ecc...).

Il servizio è gratuito per policy più semplici. Per le più complesse invece bisogna pagare una piccola quota annuale, a partire da 19,00 €/anno per dominio e per lingua (nel momento in cui scrivo) che, considerato il numero di "fastidi" che questo servizio ci toglie, non mi pare affatto esagerata. Inoltre sono disponibili "pacchetti multilicenze" scontati.

Ovviamente, se hai bisogno di aiuto per l'implementazione tecnica puoi sempre contattarmi.

N.B.: la soluzione Iubenda è generica e non offre alcuna garanzia legale!
Quindi, se vuoi essere sicuro di essere in regola, devi rivolgerti a un avvocato.
Volendo, Iubenda offre anche consulenza legale per tutto ciò che riguarda la Privacy, Cookie e GDPR.
Se, invece, il tuo budget non ti permette di pagare la parcella di un avvocato, la soluzione Iubenda, almeno, ti offre buone probabilità di essere in regola perché il testo generato in base alle opzioni da te selezionate, almeno, sarà formalmente corretto.

È mio dovere avvisarti che questo articolo è solo a scopo informativo e non ha valore di consulenza legale o professionale. È sempre meglio avvalersi di una consulenza legale indipendente per informazioni specifiche relative alle tue circostanze e al tuo Paese di residenza. altraSoluzione declina ogni responsabilità per l'utilizzo di queste informazioni.

Grazie per avermi letto fin qui.

Fabio Donna

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